Come fare a capire se il professionista a cui mi rivolgo fa davvero per me?

L’approccio clinico dello Psicoterapeuta cosi come il suo iter formativo sono determinanti e ci orientano rispetto alla sua preparazione nozionistica ed esperenziale.

E' importante infatti affidare la nostra salute psicologica ad un Professionista della Salute Mentale preparato e che abbia sviluppato le competenze necessarie per gestire in termini clinici il disagio psicologico.

Tuttavia, ciò che fa davvero la differenza per avviare un cambiamento significativo nel paziente in terapia è l'Alleanza Terapeutica, ovvero la relazione di cooperazione tra professionista e paziente che consente il perseguimento degli obiettivi clinici determinando quindi il successo terapeutico.

La relazione terapeutica 

La qualità della relazione in terapia è il fattore principe che consente il cambiamento.

La relazione umana che si crea tra le due parti, funge da esperienza riparativa per il paziente che vivendo determinate condizioni come l’accettazione di sé e l’ascolto assente da giudizio, riesce a rendersi più ricettivo e disponibile al cambiamento.

Quali aspetti valutare?

1.  Sintonia immediata  

Sin dal primo colloquio conoscitivo con il nuovo terapeuta possiamo farci un’idea della persona che abbiamo davanti.

Il suggerimento è quello di affidarci alle nostre sensazioni "di pancia": "che tipo di emozioni mi innesca il Professionista? Come mi risuona? Mi ispira fiducia, simpatia, serietà?"

Sono convinta che con il clinico debba esserci una sorta di attrazione iniziale istintiva che, una volta terminato il primo colloquio in studio, attivi in noi il desiderio di farvi ritorno una seconda volta.

Terminata la prima visita suggerisco sempre alla persona, anche quando già manifesta la sua volontà di intraprendere il percorso con me, di prendersi qualche giorno per digerire l’incontro e comprendere bene le risonanze innescate dal colloquio, con la finalità di valutare con calma se posso o meno essere la dottoressa giusta per iniziare la psicoterapia insieme.

2.  Sincerità e apertura 

Ovvero trasparenza e apertura nella condivisione dei propri vissuti, nel rispetto dei propri tempi.

Essendo una relazione basata sull’autenticità è necessario, laddove emergessero, verbalizzare verità scomode, perplessità ed eventuali criticità.

3. Fiducia e collaborazione

La fiducia da parte del paziente deve essere percepita nei confronti del Professionista, della Relazione e rispetto al Cambiamento.

Spesso la fiducia viene confusa con la delega, ovvero atteggiamenti e proiezioni salvifiche rispetto al professionista percepito spesso come un mago capace da solo di operare il cambiamento.

Al contrario, Il terapeuta non crea il cambiamento ma lo facilita.

In terapia il paziente è il vero responsabile del suo cambiamento che viene permesso da fattori quali motivazione, impegno e messa in gioco.

Il terapeuta in quanto Persona inevitabilmente porterà nella relazione caratteristiche personali che risuoneranno in maniera diversa in base alle peculiarità del paziente e al suo modo di funzionare.

Non esiste quindi uno Psicoterapeuta che vada bene per tutti!

Il suggerimento è quello di affidarsi ad un Professionista oltre che competente anche empatico e, soprattutto, capace di farci vivere l’ora di terapia consentendoci di essere pienamente ciò che siamo.

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