Il trauma, dal greco “frattura, rottura”, in psicologia può essere considerato come una ferita interiore, qualcosa che impatta negativamente sulla persona che lo sperimenta e che comporta una lacerazione del Sé.
L’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing, ovvero Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i Movimenti Oculari) è un metodo psicoterapico scientificamente comprovato e standardizzato, che consente di alleviare lo stress e i disturbi causati da esperienze traumatiche, e che viene impiegato per accedere, neutralizzare e portare ad una risoluzione adattiva i ricordi di esperienze legate al trauma che causano il disturbo psicologico del paziente.
Durante le sedute EMDR, Il terapeuta chiede al paziente di concentrarsi sulla parte più disturbante del ricordo e su tutti i suoi aspetti (immagini disturbanti, cognizioni ed emozioni negative, sensazioni corporee), mentre gli induce una stimolazione bilaterale sensoriale, che può essere di tipo oculare (seguire con gli occhi le dita del terapeuta mentre si muovono orizzontalmente da destra a sinistra), tattile oppure uditiva.
La stimolazione bilaterale impiegata nell’EMDR innesca un meccanismo neurofisiologico che attiva il sistema innato di elaborazione dell’informazione e lo riequilibra, permettendo una memorizzazione più adattiva delle informazioni e consentendo alla persona di superare l’evento traumatico le sue risonanze disturbanti.
Per saperne di più: emdr.it
Fonti
Shapiro, F. (2013) Lasciare il passato nel passato: tecniche di auto-aiuto nell’EMDR. Prefazione di Isabel Fernandez; a cura di Bruna Maccarrone. Roma: Astrolabio. Shapiro, F. (2000) EMDR: desensibilizzazione e rielaborazione attraverso movimenti oculari. Edizione italiana a cura di Isabel Fernandez; presentazione di Gian Franco Goldwurm. Milano.
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